Il Triangolo della Corruzione (e della frode)

Corruzioni e frodi: una genesi comune

Sempre più spesso andiamo affermando, nei nostri corsi di formazione in tema di prevenzione della corruzione, che corruzione e frodi aziendali hanno la stessa genesi, le stesse dinamiche e le stesse modalità per essere attuate in azienda.
Pertanto prevenire la corruzione, attraverso adeguati protocolli, per esempio tramite un sistema di gestione secondo ISO 37001, e la formazione, significa anche prevenire le frodi a danno dell’azienda.

Il Triangolo della Corruzione (e della frode)

Avete presente la teoria del triangolo del fuoco secondo la quale non vi può essere combustione senza comburente, combustibile e innesco?
Lo stesso principio è applicabile ai fenomeni di corruzione e di frode all’interno dell’azienda. Sono necessari i seguenti tre elementi che vanno a costituire i vertici di un triangolo, ovvero il triangolo della corruzione:

  1. Il bisogno, ovvero la percezione di un bisogno/pressione, principalmente di natura economica o di gratificazione personale o derivanti dal contesto.
  2. L’opportunità, ovvero la ragionevole consapevolezza di poter sfruttare un’opportunità derivante dal rapporto fiduciario e di evitare di essere scoperti, a causa di carenza di controllo e del senso di impunità che ne deriva
  3. La razionalizzazione, ovvero il convincimento di essere comunque persone rispettabili e di compiere un atto non così riprovevole.

 

Di situazioni di bisogno, opportunità e razionalizzazione si possono fare tanti esempi, vediamone alcuni a titolo non esaustivo:

  • Esempi di bisogno: Pressioni finanziarie (avidità, ambizioni, imprevisti, ecc.), Vizi (gioco, tossicodipendenze, ecc.), Pressioni collegate al lavoro (obiettivi ambiziosi, salvaguardia della reputazione, andamento negativo del business, posizione di subordinazione, rivalse, ecc.)
  • Esempi di opportunità: Percezione di poter sfruttare la debolezza dei controlli, Percezione di poter sfruttare il credito di fiducia conquistato, Percezione di poter sfruttare conoscenze ed informazioni proprie derivante dalla specializzazione della propria funzione
  • Esempi di razionalizzazione: Colpevolizzazione (altri o la società sono i responsabili …), temporizzazione (è solo un prestito, è solo per questa volta, poi sistemo tutto …), Compensazione (recupero quanto mi è dovuto, è il fisco ad essere iniquo, è l’azienda che non mi paga abbastanza, …), Senso di giustizia (lo faccio per salvare posti di lavoro, lo faccio perché il collega è mobbizzato, …), Minimizzazione (sottostima del valore anti-etico, non è poi così grave, …), Generalizzazione/legittimizzazione (è un comportamento largamente diffuso, fanno tutti così, …), Scelta obbligata (non c’era via d’uscita …)

La riduzione del rischio di corruzione (e di frode)

Dagli esempi di cui sopra risulta immediato comprendere come corruzioni e frodi (a danno dell’azienda o di terzi) abbiano la stessa genesi e dove/come possiamo agire per la prevenzione.
Ma oltre alla medesima genesi, in un prossimo articolo vedremo come anche le modalità attuative sono del tutto simili, perché – in generale – un meccanismo che permette di creare una provvista mettendola nelle disponibilità dell’azienda per poi impiegarla per la corruzione, può essere trattenuta … nelle disponibilità di chi l’ha creata.

La formula di Klitgaard della corruzione (e della frode)

Anche qui anticipiamo un tema che svilupperemo meglio in un prossimo articolo. Esiste una formula per spiegare il fenomeno della corruzione (e delle frodi) e per capire come prevenirle: la formula di Klitgaard, qui leggermente adattata

C = M + D – I – R

Dove:
C = livello di corruzione
M = potere monopolistico
D = discrezionalità
I = circolazione delle informazioni
R = vincolo di responsabilizzazione, indotto dai sistemi di controllo e repressione, e dalle barriere morali

La semplice lettura di questi elementi già ci fa comprendere come e dove agire per ridurre il rischio di frodi e corruzione, ma lo approfondiremo in un prossimo articolo.

 

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